Piero Ferrari racconta di Monty

Piero Ferrari e il rapporto con Monty

di Audrey Tritto

Questa e’ la trascrizione della video intervista che con la Fondazione Monty Shadow abbiamo realizzato con Piero Ferrari che aveva instaurato un grande rapporto di stima e di amicizia con Monty  condiviso anche da suo padre Enzo Ferrari.

E’ necessario fare una premessa e citare quanto Monty mi racconto’ su come aveva conosciuto Enzo Ferrari e su come era nato il loro rapporto sfociato poi  in varie e di collaborazioni agli inizi solo come fotografo, che gli furono pagate con “salumi e formaggi” che aveva comunque molto gradito e che lo rendevano orgoglioso di aver potuto collaborare con Ferrari.

Monty racconta che: era un giovane appassionato di fotografia e di automobili a Zagabria  e scatta delle fotografie ad un raduno di Ferrari riunitesi nella capitale Croata, che vengono pubblicate su un quotidiano locale.

Dopo alcune settimane riceve una notifica di presentarsi al comando della polizia a Zagabria, dove apprende che le sue immagini sono state ripubblicate a doppia pagina piena sulla Pravda, organo ufficiale di comunicazione della governo sovietico,  ed era stato convocato per la Polizia aveva avuto l’ordine dal governo Jugoslavo di informarlo e encomiarlo ufficialmente.

Monty , che sin da giovane era molto intraprendente, decide di andare a Maranello e di chiedere un incontro con Enzo Ferrari per mostrare come,  un giovane orgoglioso fotografo Jugoslavo, era riuscito da solo, a far pubblicare a doppia pagina piena,  le immagini della Rossa Ferrari,  dall’organo ufficiale della Unione Sovietica: la Pravda

La regione della Emilia Romagna, sin dai tempi della fine della seconda guerra mondiale, e’ stata soprannominata la “Rossa” per le simpatie file comuniste che la rendevano il luogo piu’ vicino dell’Italia al concetto,  pur molto diverso e molto meno estremista, del comunismo dell’Unione Sovietica.

La forte presenza operaia e sindacale creava un legame molto sentito in quella regione con la Pravda, organo ufficiale del partito comunista sovietico, e il fatto vedere pubblicate le immagini della Ferrari nata in una terra “Rossa” come il partito comunista,  fu l’occasione con cui Monty chiese di potersi presentare a Enzo Ferrari.

L’imprenditore modenese,  anche se non di quella aerea politica, viveva e faceva impresa, in un luogo con forte presenza sindacale e, da proprio da imprenditore  fu uno dei pochi che in quei territori concerto’ accordi,  per migliorare le condizioni dei propri operai.

Nel lungo rapporto che si instauro’ con la Ferrari,  da quelle prima volta, nasceranno tante storie fra cui resta indelebile il primo calendario ufficiale mai realizzato dalla Ferrari Spa che nel 1992 vede l’uscita di una limited edition di 7.999 pezzi, fotografati  da Monty Shadow.

Immagini tratte dal primo calendario Ufficiale della Ferrari Spa realizzato nel 1992 e uscito a tiratura limitata di 7.999 copie con le immagini scattate da Monty Shadow

Intervista

Piero Ferrari: “Non ricordo quando  ho conosciuto Monty, non ricordo esattamente il giorno preciso, non mi ricordo …. parliamo di tanti tanti anni fa,  parliamo degli anni 80 e lui è venuto in Ferrari non mi ricordo per incontrare chi ….  ci incontrammo poi andammo insieme a mangiare una pizza e da allora ci siamo visti più volte.

Ci sono dei momenti storici che anche Monty  ha fotografato,  perché lui fotografava sempre, come quando venne a Maranello con Sylvester Stallone e abbiamo una bella foto insieme con la Ferrari F40…. siamo nel 1988 circa e poi ci siamo visti tante volte. A Maranello tutte le volte che veniva, ci siamo visti ma anche a Beverly Hills… ci siamo visti a una premiazione degli Oscar, ci siamo visti ai Gran Premi, a tanti tanti Gran Premi,  a Monza.

Monty qualche volta veniva a Maranello e diceva che c’era una bella idea, che si poteva fare qualche cosa o c’era un personaggio importante….. lui veniva dalla me e mi diceva:“devi fare questa cosa insieme a me.”  Aveva sempre idee …. non stava mai fermo e aveva sempre qualcosa di nuovo da fare o da dire.

Monty era  molto molto simpatico e anche se non lo conoscevi però provavi subito simpatia per lui.

Era una persona molto estroversa, era…….era Monty.  Monty  era speciale e non era una persona normale come tutte le persone che sono creative e lui era anche un fantastico fotografo. Era bravo,  ha fatto tante foto bellissime e alcune le ho nella mia collezione.

Purtroppo adesso con le foto digitali quelle in carta sono in un armadio,  pero’ ho delle sue belle foto e con personaggi famosi.

Ci sono stati dei momenti speciali passati con  Monty e non solo con le automobili: ricordo quando fu presentato l’Apple Watch a Milano, dove ci fu una bellissima serata con Marc Newson e Jonnhy Ive, che presentavano l’Apple Watch che e’ stato un successo mondiale, e allora nessuno credeva che potesse avere successo, e Monty diceva: “ No… Piero, vieni… vieni…che questo sarà un grande successo.

Lui aveva la visione delle cose che potevano essere belle,  che potevano avere un futuro e un successo e….. anche con i libri.

Monty mi presento’ Marlene Taschen e poi ho conosciuto Benedikt Taschen che sono persone che fanno delle pubblicazioni che sono opere d’arte e anche quella Ferrari  è stata molto molto bella,  un bellissimo libro per i 70 anni della Ferrari, un libro che ricordo perché nell’edizione speciale, nella prima pagina ci sono la mia firma, di John Elkann, e del povero Sergio Marchionne e abbiamo firmato 1947 copie che corrisponde all’anno della prima Ferrari.

Questa è stata un’idea che è partita da Monty e che ha avuto tanto successo.

L’ho conosciuto principalmente che era un fotografo e qualche volta è venuto a fare foto delle automobili e aveva anche qualche modella che non ricordo chi fosse: lui aveva il mondo del Fashion, della Moda e lui aveva conoscenze a tutti i livelli. L’ho conosciuto prima perché era un fotografo e poi per il suo incredibile network di conoscenze: attori, sportivi, persone importanti.

Ci siamo sempre sentiti … magari per 6 mesi era scomparso…Monty non c’era,  era scomparso, poi per sei sei mesi,  per una settimana veniva,  mi chiamava,  andavamo a  pranzo a mangiare la pizza. Abbiamo condiviso dei momenti non con continuità, ma quando veniva era bello , Monty era sempre molto…molto divertente.

Era un tipo estroverso molto,  molto estroverso!.

Quando Monty veniva qui ( a Maranello dalla Ferrari) per un qualsiasi motivo o con un ospite o per altri motivi o per il libro per altre idee,  andavamo molto spesso al ristorante Il Cavallino.

Il Ristorante ha una saletta che era saletta in cui  tutti i giorni mio papà ( Enzo Ferrari) pranzava li’. Mio padre non si sedeva mai a capotavola,  si sedeva sempre al lato in un posto preciso e allora io dicevo a Monty Siediti lì dove si sedeva mio padre. Io mi sedevo sempre di fronte a mio papà e allora lui si sedeva lì ed la cosa gli piaceva.

Piero Ferrari tira fuori dalla tasca interna della giacca una penna di colore Rosso Ferrari e me la mostra:  “Questa è una penna Mont Blanc dedicata a mio padre Enzo Ferrari… mio papà scriveva sempre con una penna, oppure anche con un pennarello,  con inchiostro viola,  che era su un suo vezzo, a lui piaceva scrivere il viola: non il nero e non il blu. ” Poi alza di nuovo  la penna davanti a miei occhi e, con la testa mima un movimento come a voler sottolineare che Monty aveva avuto una bella idea , e continua:

Monty mi diceva: “dovremmo far fare a Mont Blanc una penna con l’inchiostro come usava tuo padre!

Piero sorride e dice: “adesso Mont Blanc l’ha fatta, con l’inchiostro viola”

Quando mi ha proposto l’idea del libro Ferrari l’idea mi è piaciuta soprattutto perché Taschen è un editore che fa delle pubblicazioni di alta qualità, non per un mercato ristretto, ma per il mondo:  quindi era ‘ideale era ottima.

Ovviamente ci sono sempre da tenere conto le tradizioni della Ferrari, le consuetudini della Ferrari, di come la Ferrari vuole essere vista e presentata,  e il grande lavoro delle immagini storiche e  inedite,  quindi e’ stato un lavoro molto grande,  non e banale.

Però l’idea era molto bella poi alla fine furono molti anni perché era un lavoro complesso e di altre qualità.

Si ….si lo propose a me e mi mise in contatto con Taschen e mi ricordo bene quando con Sergio Marchionne nel 2014 andammo a Los Angeles a Beverly HIlls fu fatto un evento Ferrari perché erano 50 anni che la Ferrari vendeva in America, la prima Ferrari era stato venduta nel 54 negli Stati Uniti.

Fu chiusa Rodeo Drive ci fu una esposizione  un’esposizione di tutte Ferrari storiche e moderne e tutti i collezionisti  e i clienti Ferrari esposero su Rodeo Drive e, in quell’occasione ho incontrato Benedikt Taschen. Con lui facemmo una passeggiata,e e tante  persone mi salutavano e Taschen ne rimase sorpreso positivamente e da una passeggiata” è nato diciamo l’idea che si è sviluppata anche perché Benedikt aveva visto l’entusiasmo che c’era attorno Ferrari e quanti clienti appassionati abbiamo.

Sì…. sono state queste coincidenze diciamo…. e l’energia si è sviluppata e l’occasione è stata di pubblicarlo per i 70 anni della Ferrari che è stato il 2017.

Di Monty mi manca che mi telefona e mi dice :  “Piero un’idea“!….. Piero vengo a Maranello!…. Piero dobbiamo fare una cosa!….. questo Si’…. mi manca  davvero! …perché sapevo… anche se non non lo sentivo, (come ho detto prima, non lo sentivo per 6 mesi e poi lo sentivo per tre settimane) …  mi chiamava e poi veniva…..Sì però erano cose che magari…..erano complicate da fare …..non succedevano il giorno dopo,  ma poi dopo un anno tornava e l’idea erano buona idea e nascevano bei progetti.

Sì’ c’è un vuoto … manca qualcosa.

Scorri orizzontalmente per vedere altre interviste